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Da dove veniamo?
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Da dove veniamo?
Oggi i nostri sono partiti.
6,00 del mattino... assonnati e sorridenti. Bellissimo!
L'esser parte: di qualcosa, di qualcuno, di un progetto, di un avventura.
Avere un "pezzo" di te che, mentre scrivi in una biblioteca puzzolente, è altrove.
Questa non è solo un emozione, è una rivincita!
Da dove veniamo? Ho trovato questo scritto, mi ha ispirato:
Imprinting = impronta. In genere negli animali, nelle loro prime ore di vita, se viene presentato un oggetto sostitutivo della madre (anche un peluche o altro sostituto), questi animali si comportano subito rispetto a tali oggetti come se fossero animali (i genitori, la madre) della loro specie.
Ecco due esempi
A) l’esperienza del gruppo e del lavoro collettivo nelle scuole.
A scuola il senso di proprietà privata è rapidamente insegnato-assimilato, alla magica età di 5-6 anni grosso modo. Alla scuola dell’infanzia tutto il materiale di lavoro è ancora rigorosamente in comune. Alla scuola elementare invece ognuno ha il suo banco, il proprio astuccio, la propria gomma, i propri colori, cancellino, riga, compasso, ecc … e magari tutto ciò in fogge diverse, tutte acquistate nei grandi magazzini (penne rosa, gomme a forma di Paperino, matite magiche, ecc …). Rammento qui i litigi per le gomme (è mia non te la dò) prestate, rubate, imboscate, …
Questo individualismo continua poi nei giochi. In una classe ho contato 12 play station con relativi giochini. Tutti rigorosamente di proprietà individuale.
Queste sono le vere primordiali esperienze del gruppo e del lavoro "collettivo".
B) l'alfabetizzazione
L’alfabetizzazione è ovunque garantita là dove i supermercati dominano i paesaggi urbani.
Vediamo l’esempio degli abbecedari (manuali per imparare a leggere e scrivere). Chi come genitore non si è accorto che, proprio appena quando il proprio figlioletto impara a leggere, comincia a sillabare tutte le pubblicità che incontra nelle strade. Legge tutte le insegne, oppure comincia a guardare (leggere) con nuovo interesse i cataloghi di giochi che i grandi magazzini distribuiscono gratuitamente con la posta?
(Giovanni Galli, 2005. Non il portiere!)
Dunque da dove veniamo?
Non ci si deve meravigliare se, di lavorare con gli altri, spesso, si ha paura. O se risulta confuso o dispersivo.
Siamo nati in un "ambiente" che non ci ha dato indicazioni a riguardo. Anzi. Lo ha fatto molto bene...
6,00 del mattino... assonnati e sorridenti. Bellissimo!
L'esser parte: di qualcosa, di qualcuno, di un progetto, di un avventura.
Avere un "pezzo" di te che, mentre scrivi in una biblioteca puzzolente, è altrove.
Questa non è solo un emozione, è una rivincita!
Da dove veniamo? Ho trovato questo scritto, mi ha ispirato:
Imprinting = impronta. In genere negli animali, nelle loro prime ore di vita, se viene presentato un oggetto sostitutivo della madre (anche un peluche o altro sostituto), questi animali si comportano subito rispetto a tali oggetti come se fossero animali (i genitori, la madre) della loro specie.
Ecco due esempi
A) l’esperienza del gruppo e del lavoro collettivo nelle scuole.
A scuola il senso di proprietà privata è rapidamente insegnato-assimilato, alla magica età di 5-6 anni grosso modo. Alla scuola dell’infanzia tutto il materiale di lavoro è ancora rigorosamente in comune. Alla scuola elementare invece ognuno ha il suo banco, il proprio astuccio, la propria gomma, i propri colori, cancellino, riga, compasso, ecc … e magari tutto ciò in fogge diverse, tutte acquistate nei grandi magazzini (penne rosa, gomme a forma di Paperino, matite magiche, ecc …). Rammento qui i litigi per le gomme (è mia non te la dò) prestate, rubate, imboscate, …
Questo individualismo continua poi nei giochi. In una classe ho contato 12 play station con relativi giochini. Tutti rigorosamente di proprietà individuale.
Queste sono le vere primordiali esperienze del gruppo e del lavoro "collettivo".
B) l'alfabetizzazione
L’alfabetizzazione è ovunque garantita là dove i supermercati dominano i paesaggi urbani.
Vediamo l’esempio degli abbecedari (manuali per imparare a leggere e scrivere). Chi come genitore non si è accorto che, proprio appena quando il proprio figlioletto impara a leggere, comincia a sillabare tutte le pubblicità che incontra nelle strade. Legge tutte le insegne, oppure comincia a guardare (leggere) con nuovo interesse i cataloghi di giochi che i grandi magazzini distribuiscono gratuitamente con la posta?
(Giovanni Galli, 2005. Non il portiere!)
Dunque da dove veniamo?
Non ci si deve meravigliare se, di lavorare con gli altri, spesso, si ha paura. O se risulta confuso o dispersivo.
Siamo nati in un "ambiente" che non ci ha dato indicazioni a riguardo. Anzi. Lo ha fatto molto bene...
dario- Messaggi : 116
Data d'iscrizione : 13.06.11
Re: Da dove veniamo?
Bella Darius...quando parti con i tuoi vaneggi mi fai volare.....io cmq adesso vengo da Cagliari e torno a fare il mio lavoro....Custode della Sede..
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